27 maggio 2007

"VOGLIO GLI INDIANI! NON VOGLIO L'AMOR!!!" ovvero come la pubertà mi ha rovinato la vita

Prima era tutto diverso.
Perchè prima si poteva infilarsi gli stivali e preparare lo zaino a forma di panda. Si poteva riempirlo di tutto quello che poteva essere utile.


COME VA RIEMPITO UNO ZAINO A FORMA DI PANDA :

  • 2 succhi di frutta all'albicocca

  • 2 nastrine del multino bianco

  • una mela

  • la corda per saltare da usare per legarti a un tronco in caso le acque ti portino via

  • un quadernino di appunti e un lapis

  • un cucchiaino per scavare tesori delicati

  • il casco giallo da minatore con la luce annessa

  • 2 sacchetti arrotolati a triangolo, per riportare trofei di viaggio


Così si poteva partire per attraversare il fiume e scoprire posti meravigliosi e animali mai visti prima. Così si potevano vedere cose che non avresti mai raccontato, perchè nessuno mai potrebbe credereti. Neppure ricordarle insieme alla compagna di avventure.

Potevi stenderti sul letto dei tuoi genitori, e guardando le ombre che si formano sul soffitto, grazie alla luce che passa attraverso le feritoie delle persiane, potevi vedere le immagini colorarsi e trasformarsi, scendere dal soffitto e portarti via.

Potevi vedere ad occhi aperti quello che quasi non sono più capace di vedere neppure ad occhi chiusi.

Potevi stare ore a disegnare una mappa, e poi convincere i tuoi amici a seguirla. Potevi inventare dei pericoli per loro, e crederci pure tu, assolutamente. Sapevi tutto degli gnomi e dei draghi.

Potevi leggere e scomparivi tutta.

Potevi fare una tenda in camera e stare lì sotto. Fuori dalla stoffa la savana, la giungla, i ghiacci del polo, l'arabia. Per entrare gli amici dovevano usare la parola d'ordine.


Mille cose potevo.
Non saprei dire il momento in cui sono sfuggite via. Non saprei dire come hanno fatto. Quanto tempo è servito perchè non mi interessassero più. Come sono cambiati i giochi.

So che a un certo punto era importante piacere ai compagni di classe. Era importante quello che dicevo e poco quello che facevo. Era importante avere il seno, era importante baciare un ragazzo alla francese, anche se faceva schifo. Di colpo non potevano più esserci neppure gli strusciamenti, le cose sporchissime e bellissime che facevamo prima. Doveva essere tutto fatto nel modo giusto. E alcune cose non potevano essere fatte e basta. Doveva esserci un motivo.

Ecco , è questo il punto forse.

Non ci siamo più impegnati a fare quello che volevamo, ci siamo assai impegnati a trovare i motivi, le ragioni, le somiglianze fra di noi. Ci siamo impegnati ad essere belli. A desiderare quel che si deve, nel modo in cui si deve. A sognare i sogni altrui.


La pubertà mi ha reso banale.

CHE RABBIA

6 commenti:

Javert ha detto...

direi che è davvero un bel post...

Margot ha detto...

grazie!!
è successo così pure a te? Succede a tutti?

maurice ha detto...

Geniale, Margot!
Si era piccoli e si vedeva intorno a noi il mondo levarsi come una foresta di mistero. Poi un giono ti ritrovi con i panni sporchi, un timido accenno di peluria e d'un tratto il mistero inizia ad essere il tuo corpo. E si inizia a inseguire quel mistero in vari modi e in corpi altrui. E questa ricerca non è detto che abbia fine. Il pericolo è proprio quello che dicevi tu, Margot: di vivere quel passaggio con occhi altrui, di perdere come in un incubo quella innocenza, senza neanche avere il salvagente di un'anestetica incoscienza.

Scirocco ha detto...

Forse è che ad un certo punto, come ignari Lucignoli, abbiamo cominciato a lasciarci convincere che la Bellezza dovesse essere per forza quella di "tutti". Non più quella che circondava noi e solo noi, mutevole, improvvisa e.. perfettamente aderente.

Anonimo ha detto...

penso che il punto sia proprio quello che ha scritto scirocco, che abbiamo dato per scontata questa "aderenza" (rende l'idea) e ce ne siamo allontanati senza porci il problema di quanto sarebbe stato difficile riottenerla. Abbiamo dimenticato noi stessi per abbracciare immagini belle per definizione altrui. E' angosciante, ma fa piacere sapere che è condiviso.

Fab ha detto...

Ecco sì.
L'inizio della fine è stato accavallare le gambe per fare colpo sul piccolo F.

Grazie.
Mi ci sono rivesta proprio tutta.

fab

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