14 ottobre 2007

L'UOMO LA VUOLE

Leggo alcuni commenti.
Deduco : non è che non c'è più LUI, il problema è che non c'è più LEI.
Dunque.
Un'orribile falange di uomini è alla ricerca di LEI.
La vuole la vuole e forse non l'avrà.
La pretende, dice di averne bisogno e si sente in credito con le donne che incontra e che non sono LEI.
LEI provoca la nostalgia di un passato mitologico , perchè prima LEI c'era, e regnava incontrastata in un meraviglioso Olimpo, dispensando amore e identità agli uomini che aveva accanto. Prima di dover di far la valigia e andare via, e poi non voler tornare più, perchè una volta che sei uscita di casa ti accorgi che le mura sono strette strette.
LEI : la DONNA - DONNA, la donna mamma, la donna che si lascia mangiare un po' per sfamarti di qualcosa che ti sappiamo dare solo noi, perchè l'uomo -uomo è di noi che ha fame.
Uomini, amici miei, provo a liberarvi da questo bisogno di averla accanto, anche se voi lunghi monologhi non ne fate.
LEI non solo non c'è, ma NON C'E' MAI STATA.
E' un equivoco anche questo.
Non sono nella natura della donna l'ingenuità, la dedizione a te, la delicatezza, la sottomissione, la dolcezza.
Come dire, non è che non abbiamo i peli, piuttosto ci insegnano presto a tolglierli.
Se all'uomo viene insegnato a mettere tutto se stesso al raggiungimento di obiettivi che stanno tutti fuori da lui , e questa è già una bella pressione, alla donna adesso si chiede la stessa cosa, ma in più si vorrebbe che rimanesse fedele al suo modello ideale. Questo modello è, oltre le cose che dicevo prima, la rinuncia a se stessa.
Capirete che le due cose cozzano.
Capirete che la pressione che subiamo è enorme.
Capirete che è un assurdo storico pensare che era meglio non ci fosse stato il femminismo.
Capirete che una persona non può vivere ignorando tutto quello che c'è fuori dalle solite 4 mura, dipendente da un'altra, capirete che una vita così fa veramente cagare, e capirete che non si può pensare di uscire fuori e mantenere lo stesso livello di ingenuità.
Capirete che quello che nel mito appare come dolcezza e dedizione era il teatrino di cui parlavo nell'altro post.
Capirete che dolcezza e amore non hanno sesso e non è dunque il sesso che rende più o meno capaci di provarli e trasmetterli.
Capirete che siamo sulla stessa barca, uomini e donne, tutti stanchi di quello che ci si aspetta da noi, così ciechi nell'accorgerci di ciò che vogliamo per davvero.
Capirete che desiderare un uomo forte o una donna debole è la stessa illusione.
La stessa ottusità nel cercare altro oltre la persona.
Capirete in fine, piano piano, che la natura della donna non assomiglia affatto a fermagli nei capelli e buoni sentimenti.
Siamo selvagge e ancora più belle di così.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande!
Memorabile poi: "...dispensando amore e identità agli uomini che aveva accanto".
Ho solo un appunto...io della donna debole non so che farmene!

Anonimo ha detto...

Le donno sono, fortunatamente, tutte diverse.
Se sapessimo già cosa aspettarci da loro non ci sarebbero emozioni e sensazioni da cercare, da scoprire.
Io stesso non sono (altrettanto fortunatamente) sempre uguale giorno dopo giorno e mi sa che non voglio sempre la stessa donna tutti i giorni.
Il gioco della complicità fa essere la mia donna sempre come la vorrei. Ma lo stesso ruolo impegnativo lo devo giocare anche io!

Anonimo ha detto...

OhiOhi Margot, mi sa che stavolta c'hai preso in pieno, quello che hai scritto è il post "definitivo" riguardo l'eterna contrapposizione fra i due sessi.
I miei complimenti

Anonimo ha detto...

Cara Margot, anche ieri ti ho scritto due righe sul pisello piccolo attraverso un account di splinder. A proposito sono maschio. Mi piace il tuo blog: intelligente, volendo proprio criticarti un po’ lunga e a volte, raramente, un po’ confusa nell’esporre. Comprensibile dati i temi e comunque quisquiglie, la verità principale è che sei veramente brillante. Una cosa, però, io te la vorrei dire. A volte il cervello, perché spinto da indubbia intelligenza, ti prende la mano e dici cose un po’ qualunque. Io credo che il questo dipenda da un paio di cose. Primo: la categoria dei maschi non aiuta. Lo ammetto. Però volendo guardare anche le donne in media non sono edificanti per lucidità, originalità e autonomia. Così dicendo e così criticando, però, diciamo cose qualunque. Insomma un minimo di eccezionalità per definizione non può essere un fatto diffuso. Secondo: la media degli interlocutori blogger è semmai ancora più bassa della media degli uomini. A volte leggo gli uomini che facendo i maschi commentano i post delle donne quando fanno le femmine. Da un lato penso “…meno male che continuano ad esserci tanti pirla, altrimenti sarebbe difficile emergere nella guerretta quotidiana per un sorriso malizioso”... dall’altro però mi accorgo che il brand “maschio” viene così preso a martellate e questo lascia solo sconfitti. Al di là di loro però ci sono tutti quelli che non scrivono, non dicono e sorridendo alla Mastroianni ispirano ed animano. Detto ciò grazie dell’intelligenza con cui ci indaghi. Va detto una donna che parla di maschietti e femminucce alla fina aiuta il brand di prima molto di più degli uomini che mi capita di leggere. Mica siamo cattivi, un po’ noiosi, questo sì. Ti seguirò con attenzione.

Con riguardo

Anonimo ha detto...

capiamo, capiamo...

maurice ha detto...

L'elogio della femme sauvage non è che mi entusiasmi molto. E poi ... che cosa vuol dire? Vuol dire che uscire dalle mura di casa, oltre a togliere ingenuità e buoni sentimenti, porti magari anche a spogliarsi di responsabilità verso il proprio partner?
E poi come si fa a dire che un certo tipo di donna non esiste più oggi, nè è mai esistita? Su che basi? Può non essere il modello più diffuso oggi, ma la 'lucia mondella' è esistita e, nella sua forma meno romanzesca, esiste ancora. Il problema è magari se a noi maschi lei piace ancora. A me, ad esempio, non piace per niente. Però lei, la donna sottomessa e chiusa tra le 4 mura domestiche, esiste. Ed esiste perchè in tante zone d'Italia c'è ancora, ahimé, un modello di famiglia patriarcale in cui l'uomo porta da mangiare e la donna cresce i piccoli. Finché questo modello vive, continuerà ad esistere anche questo tipo di donna. E speriamo che anche le altre fimmine se ne accorgano.

Anonimo ha detto...

e sì che morti i ruoli potremmo veramente permetterci di viverci per quello che siamo. Farci mettere un dito in culo o, che so, dichiarare che un pompino in fondo lo voremmo fare anche noi. Ma sono solo due esempi. Invece no, l'idea dei ruoli sopravvive alla necessità sociale che li ha partoriti e l'espressione di quella terra di mezzo che siamo tutti resta ancora lontana. E intanto proprio ieri ho sentito una giovane madre laureata dire al figlio di sette anni " non piangere che sembri una femminuccia"...Con amore buona fede, ma comunque lavorando alla prossima generazione di maschi.

Anonimo ha detto...

^^ mi piace il pezzo in cui dici : "Come dire, non è che non abbiamo i peli, piuttosto ci insegnano presto a tolglierli." sei molto diretta...brava.

pietro74 ha detto...

il problema è che il 99% delle persone che ti commentano non capiscono cosa dici, e non perchè come ha detto qualcuno ti esprimi in modo confuso, è solo perchè dai per scontato un livello culturale ed emotivo molto alto. E' molto che non ti commento pur leggendoti spesso perchè ho capito che non scrivi per i commenti, ma scrivi di ciò che ti interessa e scrivi per le altre donne. Mi complimento solo con Gennaro che è l'unico che ha capito a mio avviso cosa stavi dicendo.
Sei terribilmente bella, anche se non è dato vederti.
Pietro

maurice ha detto...

Caro pietro, pur non avendo una mente eletta come la tua, so per certo che io ho capito quel che tu non capisci di non aver capito e non capisco cosa capisci di quello che non hai capito. La domanda è d'obbligo: mi capisci quando leggi?
E poi, via, margot è talmente ironica e intelligente che sa accogliere e discutere tranquillamente anche pareri non perfettamente in linea con il suo. E senza che qualcuno si improvvisi pateticamente suo interprete privilegiato. Tanto dovevo.

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