7 novembre 2007

CARO CARNEFICE, TI INVIDIO

Caro carnefice, ti invidio perchè puoi andare in carcere.
Ti invidio perchè puoi soffrire una notte intera, e alla mattina dire a te stesso che sei pentito.
Ti invidio perchè puoi non capire affatto di aver fatto del male.
Ti invidio perchè puoi chiedere scusa, scusami ti prego.
Ti invidio perchè puoi cancellare dalla tua memoria quello che abbiamo fatto insieme.
Ti invidio perchè molte tue azioni sono in realtà ammirate, sono prove di forza.
Ti invidio perchè puoi riscattare la tua colpa.
Perchè sappiamo tutti che puoi andare oltre, che puoi liberartene.
Caro carnefice, io , come vittima, sono presa in giro da tutte queste rispettabili persone.
Se ho fatto sesso con te e non volevo, mi spiegano che sono una vittima.
Se papà mi accarezzava più di quanto poi ho capito non dovesse, mi spiegano che sono una vittima.
Se a lavoro il mio capo mi appoggia le mani sui fianchi e io non sono riuscita a dirgli di no, mi spiegano che sono una vittima.
Se credo a te che prometti e poi non fai come avevi detto, mi spiegano che mi hai abbindolata, e sono sempre la solita vittima.
Abolirei questa parola dal vocabolario, perchè non mi aiuta.
Perchè quando sei definita vittima, amico mio, lo sei per sempre.
Non puoi espiare la tua colpa.
A me non tocca alcuna redenzione.
E dell'esperienza vissuta non ci sono emozioni, ricordi, piaceri, soluzioni, niente che possa rendere umano quello che è capitato fra noi due, non mi rimane altro che una definizione che altri hanno scelto per me prima che io potessi pensarla : vittima.

Caro carnefice, mi vogliono inchiodata a questa pietà pruriginosa, ma io mi sto incazzando.
Le nostre vite si sono incrociate, e forse tu hai preso troppe scelte e io troppo poche, o forse proprio il contrario. Eppure era vita anche quella lì, fra noi due.
Vorrei poter decidere davvero cosa mi rende vittima, senza doverlo dedurre da film per la TV, dal consiglio supremo della mediocrità e dal suo insindacabile giudizio, perchè se riuscissi a capire quand'è che davvero ricevo violenza e offesa saprei combatterla e liberarmene.

O magari saprei anche solo ricordarla, per come è stata davvero, e allora non sceglierebbe più lei al posto mio.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

rifiuti il concetto di vittimismo o la semplificazione del concetto di vittima? Probabilmente tutte e due le cose, ma lascia che ti dica che hai scritto un bellissimo post molto profondo e ci si leggono le tue ferite.

Anonimo ha detto...

Lucida e commovente. Quando si dice la misura della perfezione: di più sarebbe troppo, di meno non abbastanza.

Anonimo ha detto...

“Il gambero arrossisce dopo la morte. Che finezza esemplare, in una vittima!” diceva Stanislaw J. Lec, sottolineando con questa frase come la società e l’ipocrisia, marchia chi marchiato non va. Mettere una persona in un cassetto (vittima, povera, sfigata ecc.) è un immane e gratuita violenza atta a volerla lasciare in quel cassetto per l’eternità... ma nessuno... è solo vittima.... o solo sfigato... ecc.

Hai scritto un bellissimo manifesto. Dovrebbero pubblicarlo nei tribunali e nelle chiese... e non solo lì. Complimenti.

Anonimo ha detto...

Non puoi capire quanto questo post mi abbia toccato profondamente. Unica.

pietro

Anonimo ha detto...

Ciao, t'ho visto da me.

Anonimo ha detto...

cara Margot, sei speciale.
Luca

Anonimo ha detto...

posso risponderti in musica????

"vola, vola tu, dove io vorrei volare
verso un mondo dove ancora tutto è da fare
e dove è ancora tutto, o quasi tutto, da sbagliare"

Javert ha detto...

Un post bellissimo, unico. Brava.

Anonimo ha detto...

...chi la vittima...chi il carnefice...

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

incoscienza e coscienza si incontrano di solito all'alba degli undici-dodici anni quando cominci a chiederti se sei vittima o cornefice . bene. se la domanda persiste c'è poco da fare meglio aspettare che la domanda s'affossi ed il tempo dissolva certe invidie che alla lunga hanno degli effetti indesiderati

A-Woman A-Man ha detto...

In questo tipo di dinamiche, c'è un rapporto duale tra vittima e carnefice. Ciascuno complice dell'altro.

Buon affrancamento a ciascuno.

A-Woman A-Man ha detto...

Complice o dipendente, simbionte, dell'altro.

Anonimo ha detto...

Cara vittima, ti odio.
Perchè sei più debole e quindi più forte di me, e potrai incastrarmi quando vorrai. Probabilmente te lo permetterò, più probabilmente scoprirò di essere più violento di quanto non credevo. Negherò.

Sei davvero unica nel tuo genere. bellissimo anche quello che hai scritto di la monroe, dimostra una grande sensibilità e la rara capacità di farsi domande.
a presto

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