5 maggio 2007

BECAUSE THE NIGHT







Because the night.
E un paesaggio lunare.
Il silenzio e la potenza.

Cammino e ho per mano una bambina, che non è mia figlia, ma gioco come se lo fosse. Non mi riesce fare diversamente.
“E’ come se fossi mio fratello”
Ho annuito, e poi ho fatto una battuta.
La verità è che è come se fossi tuo padre.
La verità è che non sono tuo padre. Già.

Incredibile essere a un passo dalla città. Ma tu, piccola, non lo sai. Sei capace di dimenticare. Ti bastano una manciata di metri, o forse solo un angolo da girare. Ti basta cambiare un colore, un odore. Un vestito.
E sei altrove e pulita.

Ma io sento in sottofondo qualche frenata. Se mi dedico e non ti guardo sento i clacson e le ruote sull’asfalto, sento i grugniti degli automobilisti innervositi, i loro silenzi tesi, ogni tanto anche un ridere scomposto. La memoria mi scivola continuamente nell’udito e confonde.

Ma guardandoti sono capace anche di non vedere nient’altro che te, e l’illusione di non ricordare. Gioco con una furia che tu accetti grazie ai tuoi pochi anni, che ti farà sorridere rincontrandomi fra molto tempo, dopo che ci saremo persi. E se ricorderai almeno un po’, ti impaurirà.

“Allora spero che avrò paura, che me la farai passare”
Non sei più tanto piccola. Per questo non ho solo pensato le mie parole.
E deve essere per lo stesso motivo che mi hai risposto, e che adesso incamminandoti davanti a me chiedi, inaspettatamente , silenziosamente, questo.
Ma va bene, ho anche io voglia di tornare in Città.

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