26 luglio 2007

TACCHI A SPILLO

Ricorre oggi l'anniversario

del giorno in cui

un uomo

mi ha insegnato a camminare


sui tacchi a spillo


stendere bene

la gamba

che resta indietro


e lasciare morbidi

i fianchi


così si cammina sui tacchi a spillo.


21 luglio 2007

RIMINI RIMINI

L'altra sera su Rete 4 davano "RIMINI RIMINI", un film dell'87.

Un filmettino a episodi, che si svolge appunto alle spiagge di Rimini, con i soliti attori : Jerry Calà, Serena Grandi, Andrea Roncato, Eleonora Brigliadori ecc ecc...

Mi sono messa a riguardarlo e dopo 20 anni devo dire che fa un effetto strano.

Sarà per quell'erotismo caciarone e piacevolemente leggero, sarà per l'episodio del bambino tredicenne che si insinua nel letto della trentenne Brigliadori proponendole di giocare alla mamma e al bambino, per sedurla e spillarle 250 mila lire il giorno dopo, sarà per il prete interpretato da Andrea Roncato che si fa allegramente la suora su una barchetta, sarà per tutte queste cose che mi sono ancora più convinta del giro di vite avvenuto negli anni '90 .

Gli anni '80, quelli del drive in, avevano un pregio: una leggera anarchia che immediatamente non si percepiva. Cazzate erano e cazzate rimangono. E una si chiede che ci faceva Paolo Bonacelli di "Milarepa" ( film su di un testo sacro indù della Cavani della prima metà degli anni '70) a fare l'industrialotto che si fa sedurre dalla mignotta dal cuore d'oro. Ma è quel che lì vi era e adesso non conosciamo più. Semplicemente perchè non sarebbe più fattibile. Autocensurato.

I film che si facevano allora, belli o brutti che fossero, non si potrebbero più fare adesso.

Il bambino che si scopa la trentenne e chi lo farebbe più ? E il prete con la suora ? All'inizio dei Buddenbrook di Mann mi sembra di ricordare, e forse mi sbaglio, zoppica la memoria della ventottenne, che il vecchio Buddenbrook parlando al figlio e ai nipoti, dice una cosa tipo: Ma quanto siete diventati seri ! Quanto pii e moralisti. Ai miei tempi...., sottointendendo, eravamo più ipocriti ma ci godevamo la vita ! Adesso soldi, lavoro e tutto un prendersi seriamente!

Ecco. Non è nemmeno un discorso tanto originale il mio, sembrerebbe. Comunque questa cosa è strana e mi ha fatto riflettere: quanto siamo divenuti più bigotti e seriosi e, in fondo, più conformisti se Rimini Rimini ci sembra impossibile a rifarsi adesso ?

XXY

Bel film, per davvero.



se ti sembra un'analisi un po' scarna,

considera che è
meglio

sapere poco di un film

prima di vederlo.

GENOVA , luglio 2001

Cosa mi misi a scrivere al ritorno da Genova, il 22 luglio di 6 anni fa.


Eccomi,
e sembra poco.

Tornata da genova, da questi due giorni di guerriglia.
Da questi due giorni che non avrei mai immaginato e che non credevo possibili.
Sono collassata, ma l'adrenalina è ancora alta e ce la faccio ascrivere qualcosa.
Provo a raccontare quello che ho visto, vissuto e fotografato.



Sono partita il 19 sera, deciso sul momento con i miei genitori davvero dubbiosi se permettermi di andare, davvero preoccupati. A mio parere a sproposito.
Così mi trovo a dire "Babbo, mamma, se le cose si mettono male andrò dalla polizia!!"
"NO!!!" Hanno risposto in un coro perfetto.
Buffo perchè i miei hanno risposte opposte su tutto. Eccetto questa volta.


Avevo da Pistoia il treno alle 19:40 e ho iniziato a preparare le cose alle 18:45 , ho volato!
Sono uscita di casa con lo zaino e vestita esattamente com'ero, non troppo adeguata, ma non pensavo che avrei dovuto schivare per due giorni manganellate e gas lacrimogeni!
Il viaggio di andata e di ritorno sono stati speciali. All'andata sono passata per Padova, per incontrare gli amici veneti. In questo racconto tralascio tutto quello che c'è stato di bello da morire, con le persone che ho ritrovato e conosciuto. Però quelle persone le nomino,


Il piccolo collettivo casuale veneto,
il ferroviere bello e gentile che mi ha ascoltata, mai ha guardata, mi ha fatto salire sul treno giusto, e si è chinato a baciarmi sulla bocca come buon augurio,
il fotografo di Parma che mi ha regalato un panino,
il militare che ho trattato male per tutto il viggio, per la divisa e per le gomme che sapevano di cannella pizzicante, ma che poi quando ho perso la fermata per Padova mi ha pagato il taxi (100000 £ per 20 minuti di viaggio!!!!)
Il compleanno
tutte le persone che ho conosciuto a Genova
i tre ragazzi di Arezzo al ritorno fra cui Riccardo col quale sono montata sul treno sbagliato e ci siamo fermati a Riomaggiore, e ci siamo buttati nel mare a urlare e pulirci di tutto lo sporco di questi due giorni
la faccia di mia mamma quando sono scesa ... salva!! dal treno


Siamo arrivati la mattina in 7, iniziamo a camminare, abbiamo 22 anni e un aspetto molto tranquillizzante, ma ci hanno perquisito. Buffo come le tute nere fossero entrate a genova fornite di spranghe e oggetti anche voluminosi atti a distruggere qualunque cosa, no?
Ripartiamo verso Piazza Kennedy, centro di informazione ristoro ecc.., lasciamo gli zaini e cerchiamo qualche corteo. Vediamo piano piano che le strade iniziano ad essere chiuse dalla polizia, chiuse con le camionette, con delle grate di ferro e dagli stessi poliziotti, rigorosamente armati e fornite di scudo, molto mediavale no?
in seguiro i poliziotti saranno in tanti davvero
armati davvero
e si muoveranno avasca, seguendo velocissimi i gruppi di persone
dopo 1 ora dal nostro arrivo siamo chiusi dentro genova, e non possiamo più uscire, così che assomiglia a una trappola.

Iniziamo a sfilare

SIAMO PACIFICI
a un certo punto si introducono fra di noi persone vestite di nero, hanno anche bandiere nere e tamburi. la A di Anarchia dipinta addosso.
Iniziano a distruggere tutto, la mattina dopo passando per le strade di Genova avrò l'impressione che sia passato un tornado.
Si confondono fra i manifestanti, ma tendenzialmente rimangono a gruppi.
La polizia inizia a caricare, non esattamente a caricare, a spingere.
Non alzeranno le mani sulle tute nere (questo servizietto lo faranno solo a noi)
Altra cosa difficile da credere ma reale.
la polizia non carica le tute nere, sa dove sono (lo sa anche perchè giorno e notte sulle nostre teste passano elicotteri rumorosi e le tute nere si riconoscono bene)
sa cosa fanno (hanno distrutto una sede della bnl sotto i miei occhi, hanno postrato addirittura fuori i computers, hanno incendiato auto e cassonetti, distrutto vetrine di banche e saccheggiato supermercati...)


La polizia non ha alzato un dito, li ha spinti per tutta la città
di più, ce li ha spinti contro.

Sono partiti i lacrimogeni, per chi non ha idea di cosa sono, niente di male, prima di ieri neppure io avevo le idee molto chiare, i lacrimogeni ti fanno bruciare la pelle, la gola, gli occhi, sono irritanti al punto di essere dolorosi è l'unica cosa da fare è scappare.


Dall'apparizione delle tute nere è stata guerriglia e noi eravamo impreparati,
avevamo paura delle tute nere
ma soprattutto avevamo paura dei poliziotti che infatti ci hanno massacrato!
La sensazione mai provata di un pericolo reale,


siamo scappati fra lacrimogeni, vetri, idranti, manganelli
senza motivo.

le uniche cariche contro il Black Bloc che ho visto fare sono state quelle della sicurezza di Rifondazione .
Rifondazione che avrà sempre la mia gratitudine perchè ci ha protettofisicamente e mentalmente.
Prima nella piazzetta vicino alla fontana in piazzale kennedy e poi organizzando dopo quell'assurdo venerdì, un'assemblea dove c'erano Gad Lerner e bertinotti per spiegare cosa era successo, per chiarire, per non farci sentire soli!
Poi l'assedio al Carlini, hanno chiuso i ragazzi nello stadio. Chi usciva è stato picchiato.

Poi il ragazzo che è morto.
Un ragazzo di 20 anni ha sparato a un ragazzo di 23
Il gelo (rabbia, paura, incomprensione)


Alla sera siamo riusciti a riunirci
basta, sono a pezzi


chiudo con un'immagine
assemblea
l'elicottero vola in cerchio su di noi, non se ne va
iniziamo in coro a urlare "ASSASSINI" usando gesti delle mani secondo preferenza
il pugno di sinistra
o il gesto comunemente noto come "fottiti"





pare niente, ma urlare assassini dopo quella giornata, finalmente insieme e non a scappare come topi, è liberatorio

una giornata fra i vicoli sempre più chiusi e sempre più pieni di polizia

la motivazione della manifestazione non la ricordiamo neppure

guardia e ladri con la polizia

ma noi non abbiamo fatto niente.

Anche la divisa del bigliettaio sul treno mi ha fatto battere il cuore più forte ieri.

adesso basta,

dormo

dormo

dormo.

18 luglio 2007

ECCE HOMO


Censurata la mostra di Milano "VADE RETRO (ah ah...) arte e omosessualità da von Gloeden a Pierre et Gilles" .
Prima comprate per non vederle più, l'opera che trasforma un vecchietto molto simile a Ratzi in Trans e l'opera che trasforma in Gesù il Trans di Sircana .
Poi, a forza di censurare ... PUF... s'è cancellata la mostra tuttaquanta.

Cancellata per dare retta all'ignorante e gretta Moratti.
Meglio sarebbe stata una bella
CENSURA della CENSURA

non si dovrebbe OBBEDIRE agli idioti.








galleria di immagini : http://www.queerblog.it/post/1930/arte-e-omosessualita-la-galleria-di-immagini

12 luglio 2007

COSA MI HA INSEGNATO MARIA, LA PORNODIVA.

E' stata una donna ad insegnarmi una cosa essenziale circa gli uomini.

L'ho vista 2 sole volte nella mia vita, e mi ha illuminata, per davvero e malgrado lei stessa.

La prima volta a Firenze, casi su casi me l'hanno presentata, e così è venuto fuori che, se di giorno faceva la bidella alla elementari e si chiamava Maria, la notte aveva un interessante nome d'arte e faceva la pornodiva.

La mia evidentamente poca fantasia mi aveva fatto ridere, pensando a una battuta. E invece.

Chi è Maria?
Maria è una ragazza mora e normalissima, di quelle che se passano per la strada puoi voltarti oppure no, dipende dal tuo umore. E' una donna comune di poco più di 30 anni.
E' paziente, visto che ha risposto alle mie domande.


L'hai detto ai tuoi genitori?
Alla mamma sì al babbo no.
Come l'ha presa tua mamma?
Non è contenta ma comunque lo accetta.
A scuola lo sa nessuno?
No, mancherebbe altro.
Fra i due lavori (bidella e pornodiva) quale preferisci?
La pornodiva rende di più , e infatti ora voglio lasciare il lavoro di bidella
.


Capisco che sia allucinante essermi messa a fare queste domande, ma ho pensato

"Quando mi ricapita di poter parlare con una pornodiva???"
Calcolo sbagliato visto che un paio di settimane dopo sono andata a Torino, a trovare C. e naturalmente Maria.


Io e C. siamo andate al locale di spogliarello (almeno in Toscana ne fioccano di nuovi ogni mese, avete notato?) per trovare Maria.
Eravamo le uniche due donne ad essere lì come "clienti", e C. che era amica del barista, gli dava una mano dietro il bar. Io mi sono piazzata abbastanza lontana dal palco, in piedi. Gli avventori erano tutti uomini sopra i 30 anni, alcuni mi pareva fossero venuti da soli, ma la maggioranza era composta da un gruppo riunito per l'addio al celibato di un ragazzo, che fra l'altro in seguito ha ricevuto un pompino non concluso sul palco.

Ma arriviamo al punto.

L'esibizione di ognuna delle ragazze consisteva nell'arrivare sulla passerella che si stendeva fra due ali di uomini seduti comodamente. Le ragazze arrivavano vestite in vari modi : da cow-girl, da domina, da cameriera, da infermiera, da prostituta ecc, ballettando un po' e poi, una volta spogliata del tutto o quasi, faceva il giro di tutti gli uomini, a strusciarsi su ognuno. C'erano quelli che le abbarbicavano e mettevano le mani ovunque, quelli imbarazzati non so se davvero o per finta, che si scansavano anche un po', quelli che si vedeva che iniziavano a prenderci gusto proprio quando finiva il loro turno.
Le spogliarelliste erano 5 o 6.
Fra tutte spiccavano due donne bellissime, una bionda e una mora che facevano anche spettacolini insieme. Sembravano uscite da Vogue, PERFETTE.
Ogni donna vorrebbe essere così.
Eppure.
Non mi sembrava che i presenti ribollissero tanto per queste due. E neppure io ribollivo un granchè, anche quando la venere bionda è venuta da me a prendersi il mio sorriso, non è stato propriamente eccitante.
E anche una terza donna con un grande seno, vestita da prostituta di strada, e davvero volgare, per non usare un'altra parola tanto cara ai maschietti, non era eccitantissima.
Poi però è arrivata Lei, Maria.
Reggiseno e perizoma nero, tacchi a spillo, e un corpo normale, non magrissimo, non formosissimo. Però.
Io , forse perchè non sono mai stata allo stadio, non ho mai visto tanto entusiasmo in un gruppo di uomini.
Cosa faceva di diverso dalle altre non lo saprei dire. Forse ci credeva un po' di più, forse si divertiva davvero, forse semplicemente investiva in quello spettacolino qualcosa di sè.
E questo li faceva impazzire.
Quando la donna dalle grandi tette si era inginocchiata a succhiarlo al futuro marito, c'erano stati gli incitamenti (chissà poi a far cosa) degli amici, ma il calore non era palpabile come quando Maria è salita sul palco.
Prima del suo spettacolo mi aveva detto che voleva fare qualcosa sul finale di speciale per me, visto che venivo da lontano e che ero amica di C.. Una cosa che non aveva mai fatto.
Questa cosa, che a raccontarla forse è ridicola, in quel momento ha ammutolito una sala, e si sono sentiti solo i sospiri.
Le luci si sono abbassate, quasi spente e lei ha acceso una candela.
L'ha passata vicino alla sua bocca, al suo seno, alle cosce.
Solo Silenzio.
E poi ha dato le spalle al pubblico, si è inginocchiata e si è messa carponi. Ha scostato il perizoma e ha infilato la candela nel sedere, l'unica cosa ad essere illuminata in tutta la sala.
Gattonando morbidamente è uscita dal palco.
A quel punto è scrociato in urla e applausi il desiderio di tutti quegli uomini, e al priveè la fila era tutta per lei.

La morale della storia è che più della bellezza, più dell'umiliazione della donna, che pure attraggono, quello che un uomo desidera di più è una donna che se la gode.
Che poi la donna che non teme affatto il piacere, faccia un po' troppa paura al maschietto medio, bhè, quella è un'altra storia.

Comunque, cara Maria, che non ho più visto da allora, e non so come te la passi, grazie per la serata unica, la tua dolcezza, e grazie per il punto interrogativo che alla fin fine, mi hai lasciato in testa.

guarda come son tranquilla io
anche se attraverso il bosco
con l'aiuto del buon Dio
stando sempre attenta al lupo

6 luglio 2007

SPEED DATE

Mi sono decisa e qualche tempo fa ho iscritto mia sorella e me allo speed date.
Sapete cos'è?
Lo sapete se avete visto la puntata di Sex and the City dove Miranda vi partecipa fingendo di essere una Hostess invece di un Avvocato, per essere più attraente. Lo sapete se avete visto il film con Will Smith, "Hitch, lui sì che capisce le donne" dove i due protagonisti bloccano lo scorrere della fila per restare ancora a parlare. Lo sapete se avete visto il film di Verdone, dove lui è un uomo sposato che partecipa ugualmente alla serata. Lo sapete anche solo se leggete qua e là.

La curiosità c'era, e allora Speed Date.
Ho trascinato mia sorella all'esperimento sociologico, e ora vi faccio il resoconto di una serata che parte con una premessa tanto particolare.

Ci troviamo al locale stracolmo di gente, e senza preavviso si abbatte su di me una sorta di imbarazzo inquietante. Menomale che siamo in due, e che possiamo metterci a bere qualcosa.
Notiamo che, arrivate al bancone del locale, molti dei nostri futuri compagni di speed date hanno buoni motivi per essere lì. Non dico che dovevano farci passare avanti per galanteria, ma sgomitarci nello stomaco per mantenere la loro posizione mi è sembrato eccessivo.

Mi si avvicina un ragazzo interessante che mi prende il piattino dell'aperitivo e me lo riempie di pasta. Sorride. Carino. Ciao.
Ora so riconoscere chi partecipa allo speed e chi no.

Saliamo nella salette speed date trasportati qua e là dal vocione di un giovane mandriano dalla camicia marrone, grande fisionomista, che ha il compito di recuperarci se ci allontaniamo.

Ci sediamo su delle poltroncine scomode scomode, e parte il gioco.
300 secondi (ma poi un po' di più) per conoscere e farti conoscere dall'uomo che arriva a sedersi davanti a te, e poi avanti un altro.

Sembra un gioco e invece è la dimostrazione pratica del principio di relatività di Einstein.
Gli stessi 300 secondi possono essere pochi e anche decisamente troppi.

Dolci ricordi di ieri sera:

  • Come mi siedo?
  • Scelgo di appiccicare il numero sulla gonna, sul decolte non era il caso.
  • Il dolce biologo venuto a vivere a firenze da due anni e sconvolto dalla chiusura dei fiorentini, il suo lavoro interessante, e la sua educazione.
  • il tipo rude che parla solo lui per tutto il tempo, della sua ex e del mutuo che deve ancora pagare per lei , e che è stato incazzato per 4 anni, e io penso che gli è rimasta quella faccia lì, e chissà cosa potrebbe volerci per fargli cambiare espressione.
  • I due ragazzi che non mi hanno mai guardato altro che le tette, 300 secondi con lo sguardo fisso, e non voglio sapere a cosa pensavano.
  • Il deejay di musica latino americana che mi fa ridere e mi fa pensare che è molto giovane e molto adulto insieme.
  • Il livornese in controtendenza che non parla e non chiede, e ha il superpotere di freddare ogni inizio conversazione solo con lo sguardo.
  • Il ragazzo con la camicia bianca che ha voluto farmi vedere un pettorale.
  • Il ragazzo che lavora in banca.
  • Lo psicologo con i ricci che si siede nel modo più elegante mai visto.
  • Quello che si era scritto il discorsetto, ed è disarmante.
  • Quello simpatico che gli è scattato il "CAMBIO!" sulle parole "sono disoccupato" e mi è sanguinato il cuore.
  • Il mandriano che urla "CAMBIO!" e io mi aspettavo un suono un tantino più elegante.
  • Il tipo che pensa solo a mia sorella, e per almeno 100 secondi mi parla del suo vestito rosso.
  • I molti laureati che ci tengono proprio a dirlo.
  • Le donne che sono un po' più grandi di età, e hanno anche un'aria seriosa, e io e mia sorella tutte civette ci stiamo come il cavolo a merenda.
  • Un numero sconvolgentemente alto di ragazzi ai quali puzza un po' il fiato.
  • Tutto assomiglia molto a una serata a al pub, quando i ragazzi si alternano al tuo tavolo, perchè casualmente tu e le tue amiche siete le più carine.
  • Il marpione dei marpioni, che non scriveresti sì neppure per avere molto molto in cambio.
  • La mia penna che rotola dietro il divanetto e non scrivo nè sì nè no a nessuno, ed è un po' da stronze.
  • Con mia sorella a ridere delle medesime impressioni.
  • Trovarci a prendere un gelato con due, e quando viene fuori che non sono single e ho fatto tanto per giocare, mi sono pure presa una mezza partaccia, e il ragazzo alla mia sinistra mi dice "Se veniva fuori che ero io ad essere impegnato vi incazzavate e mi davate dello stronzo"
    Quanto ha ragione.

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