6 giugno 2008

QUELLO CHE LE DONNE (trentenni) NON DICONO

-Passa il dente, passa la gengiva, attento stomaco che adesso arriva!-

Insomma, parliamone.

30 anni (poco più, poco meno) Il punto in cui spesso la vita di un uomo e una donna si incontrano, addirittura a dividere in modo assolutamente consapevole lo stesso bagno, e si separano, in modo assolutamente inconsapevole.

E' sempre intorno a questa età che inizia il fastidioso tormentone "gli uomini sono tutti coglioni". Bada bene, non stronzi, non stupidi, la parola è scelta accuratamente, così tanto spesso ascoltata da aver bisogno di una spiegazione.

"Coglione" vuol dire nè più nè meno "non ci arriva, non lo sa, è ignaro".

Hai gonadi maschili? Allora non lo puoi sapere. E io ti riduco a quelle. Coglione.

La cosa che non puoi sapere è la maternità.

Desiderata o meno, vissuta o no, è quella che ci spara in una galassia lontana lontana.

Succede che a un certo punto lei entra nella tua vita, e cambia un poco le cose.

Cambia nel momento in cui t'accorgi che stai a guardare tua mamma come a volerle rubare un segreto, e arrivi a chiederle di spiegarti qualcosa circa (ommioddio, a trent'anni!) l'essere donna.

Cambia quando inizia a sentire un'ansia nuova, quella del tempo e delle tue energie.

Cambia però soprattutto quando senti una paura nuova.

Una Paura grande. Un'Attrazione grande.

Vedi quelle pance. Ascolti quelle frasi ("gli devo dare la poppa..."). Vedi quanto la maternità ha cambiato lei, che, bhè, non l'avrei mai detto... E allora inzi a sentire qualcosa proprio nel profondo, nell'intimo. Una paura fortissima, un'inquietudine grande. Sembra manchino le parole per spiegarlo. Hai paura che quello che hai fatto finora possa essere spazzato via da qualcosa di molto più potente, hai paura di non riconoscere il tuo corpo, sia che lo privi della gravidanza, sia che ti trovi ad ospitare un esserino molto ingombrante, e ti trovi a non parlare più di seni, ma di orribili poppe, che iniziano a produrre cibo, e ti pare meraviglioso poter allattare e insieme ti sembra vomitevole, hai paura che l'essere o non essere madre diventerà entro breve sempre più importante e sempre più dispensatore di identità, hai paura di questo pensiero che inizia a prendere davvero un po' troppo spazio, hai paura in poche parole, di ESSERE RIDOTTA ALLA MATERNITA'.

E' a questo punto che l'uomo diventa "coglione".

Se vogliamo semplificare (e noi vogliamo sempre) possiamo dire che da sempre la problematica maschile per eccellenza è la REALIZZAZIONE DI SE'. Da qui il lavoro come identità, l'importanza dell'indipendenza, ecc ecc...

La donna, non poi da troppo tempo, uscita di casa ed entrando in una società maschile ha abbracciato queste problematiche e le sta vivendo sulla sua pelle tanto quanto un uomo.

Una donna sa perfettamente cosa significa lavorare, cercare un'identità che non sia solo un ruolo sociale predefinito.

Sa quali gioie e frustrazioni e ansie provochino questi desideri.

Ma da un certo punto in poi arrivano prepotentemente tutte le altre cose di cui parlavo prima. Arriva un ruolo sociale (madre-moglie) molto insistente, che nel casino che sentiamo dentro, finiamo spesso per rivestire in modo totale, da manuale, fino poi a soffrirlo così tanto da morirci dentro, ma soprattutto arriva la difficoltà di inserire nella nostra vita molto moderna complessa e strutturata qualcosa di così atavico, di così intimamente sconvolgente. E gli uomini non lo capiscono, non ne sanno niente. Così ci siamo noi che ormai sappiamo tutto di loro, e affermiamo e condividiamo le stesse ansie e desideri, e ci sono loro che ai nostri occhi hanno proprio la metà dei nostri problemi.

Non è che le problematiche tipicamente maschili (chiamiamole così via) ci sembrano stupide, è che noi ne abbiamo di nuove e di incomprese, ed è davvero molto poco in uso parlare delle nostre. Davvero poco di moda. "Cose da donne", quindi fastidiose, per antonomasia.

E in effetti non si può negare che siano cose da donne, ma non sono queste cose a separarci, è il non conoscerle, è il non affrontarle insieme che divide e ci impedisce di percorrere molte strade insieme, strade che mi piace immaginare più belle di quelle che battiamo adesso.

Parliamone allora, anche male come ho fatto io stasera, uomini e donne . Sarebbe bello arrivare a qualcosa insieme.

Cavolo se sarebbe bello.

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